“Krishna sa che dovrai fare una lotta con la tua mente, contro i tuoi sensi e contro la tua intelligenza, però hai Lui come alleato esattamente come lo ebbero i Pandava. Ciò non vuol dire che non ci fu la battaglia; ci fu eccome! Se ti arrendi a Krishna non significa che non dovrai fare la battaglia, ma significa che la vincerai. Vincerai una grande battaglia.”

B.V.Atulananda Acarya Swami




venerdì 31 luglio 2015

Il Guru: Più che trovare una visione

Risultati immagini per srila sridhara maharajaLa connessione col Maestro Spirituale è eterna:

caksudana dilo yei, janme janme prabhu sei

Non dobbiamo identificare il nostro guru con l’apparenza che percepiamo con i nostri occhi materiali. In accordo al crescere della nostra visione sarà svelato il riconoscimento interiore. Quando questa visione s’incrementa, e dal materiale prende una forma trascendentale, il modo di vedere cambierà di conseguenza. Talvolta un uomo viene conosciuto prima dall’esteriorità, dalla sua divisa, poi dal suo corpo, dalla sua mente e infine dalla sua intelligenza. Tanto più i nostri occhi sviluppano il giusto modo di vedere le cose, tanto più cambia aspetto ciò che stiamo osservando. Krishna afferma:

acaryam mam vijaniyan

 “in ultima analisi, Io sono l’acarya”.  È la funzione del divino, e a diversi livelli si possono trovare forme differenti. Molti acarya possono lavorare nello stesso momento. La conoscenza, l’ideale, si sviluppa dal sottile al grossolano, e la profondità della visione degli occhi svelerà le diverse figure dei differenti acarya, attraversando i vari rasa fino alla posizione più elevata attraverso un graduale processo di realizzazione; altrimenti la nostra conoscenza si baserà su un concetto materiale, e forzare questa concezione verso il divino è un crimine, è ignoranza, ed è errato.

Dobbiamo liberare noi stessi dalla trappola che ci porta a identificare la realtà nelle forme fisiche presentate dai nostri sensi. Gli occhi ci ingannano, non ci possono dare la forma e il colore appropriati, e gli orecchi non ci possono dare il giusto suono, perché la realtà concreta è oltre l’esperienza dei nostri sensi. Cos’è, perciò, questa cosa? Essendo in una posizione così bassa, possiamo andare gradualmente in profondità solo con l’aiuto del nostro guru. Come possiamo riconoscere il nostro guru? In inverno indossa un particolare vestito, e in estate un altro. Se diamo troppa importanza al vestito esterno, cosa possiamo fare? Penseremo che il vestito sia indispensabile per il corpo? Il guru può venire da noi in un corpo particolare. Supponiamo che il guru sia un uomo giovane; quando diventerà vecchio e la forma giovane si sarà sviluppata in un’altra, come lo riconosceremo? Inoltre, in una nascita può venire in un certo corpo e in un’altra nascita può apparire in un corpo differente. Lo stesso guru può presentarsi diversamente in tempi diversi. Come lo riconosceremo? Dobbiamo passare dalla considerazione esterna a quella interna. Se io fossi privo di carne e sangue, esisterei solo in un corpo sottile, quindi anche il mio guru avrà un corpo sottile. Gli dei, i gandharva e i siddha, gli esseri perfetti del paradiso, hanno anche loro un guru, ma non possiedono un corpo materiale, e così anche il loro guru. Eliminando la concezione esterna dobbiamo entrare nella parte interiore, passaggio di rilievo per il discepolo che sta progredendo. Questo non significa che bisogna disprezzare la forma fisica del guru, ma ciò che è più importante risiede all’interno. Dobbiamo adorare i resti del guru, il suo cappotto, i suoi stivali, i suoi sandali, ma ciò non significa che le sue scarpe sono superiori al suo corpo; dobbiamo servire la sua persona. Similmente, se siamo desiderosi di compiere qualche servizio per il suo corpo, se vogliamo massaggiargli i piedi, ma lui non lo desidera e dice “No, no, no”, cosa dobbiamo fare? La nostra obbedienza interiore a lui sarà superiore. In questo modo dobbiamo progredire – dal grossolano al sottile. Chi è il guru? Dove è localizzato? Qual è il suo ideale? Cosa vuole realmente che io faccia? Queste domande non devono essere allontanate dalle nostre orecchie, o darne solo una formale adesione, perché ciò che vogliamo è il metodo spirituale. L’uomo spirituale sta andando verso il mondo spirituale per avere una realizzazione spirituale. È tutta una transizione spirituale. Tutte le concezioni del mondano, fisiche, mentali e intellettuali, devono essere eliminate dal nostro viaggio, se desideriamo andare all’interno del mondo della sostanza.

Da: "Srì Guru and his Grace", 
di Srila Bhakti Raksaka Sridhara Deva Goswami Maharaja