CAPITOLO
1
VIAGGIO
DI RITORNO A CASA
Qualsiasi esperienza del Signore
deve venire dal piano superiore fino al piano inferiore. Non dipende da noi;
noi possiamo solamente incrementare l’intensità del nostro desiderio, della
nostra attitudine di servizio (sevonmukhatà),
e la Sua discesa in questo piano dipenderà dal Suo desiderio. Lui è la sostanza
trascendentale e si muove in accordo alla Sua dolce volontà. Lui è libero.
Possiamo solo incrementare il nostro sincero desiderio per la Sua presenza.
Benché il potente e la potenza siano inseparabilmente relazionati, dobbiamo
capire che siamo potenza marginale.
Lui si trova ovunque e da nessuna
parte; tutto si trova all’interno di Lui e niente è in Lui. Questa è la Sua
peculiare e mistica posizione (Bhagavad-gità
9.4,5,6). Per questo motivo, il nostro dovere consiste nel tentare di servirLo.
Non daremo molta enfasi nel cercare di “percepirLo” con la mente, il corpo o
con l’intelligenza. In qualsiasi momento Lui si può mostrare: “Sì, sono qui”.
Tuttavia, anche cercandoLo risolutamente, potremmo non trovarLo. La Sua natura
è indipendente. Potremo cercarLo, ma non potremo dire che Lo troveremo.
Aslisya
và pàda-ratàm pinastu màm, adarsanam marma-hatàm karotu và, il
nostro dovere è consacrarci a Lui al cento per cento, intensamente. Dobbiamo
solo servirLo, e questo non implica necessariamente che entreremo in contatto
direttamente con Lui. Il servizio a distanza ha valore perché diventa tangibile
attraverso il Suo devoto. Cercheremo di servirLo attraverso i Suoi devoti senza
aspettarci una ricompensa. Non avremo altro desiderio eccetto servirLo, senza
neppure pretendere di vederLo (avere il Suo darsana).
Desidereremo unicamente essere utilizzati da Lui. La poca energia che
possediamo la utilizzeremo per il Suo beneficio. Siamo la Sua potenza, e
dobbiamo provare che Gli apparteniamo.
Mahàprabhu dice: “Lui può
abbracciarmi o rifiutarmi, o perfino essermi indifferente. Lui può fare con me
ciò che desidera, e non ho altra alternativa che servirLo”. Dobbiamo adottare
tale attitudine esclusiva e incondizionata, e non considerare nulla che si opponga
a essa. “Se non vuole reciprocare in accordo ai miei desideri, non mi
avvicinerò a Lui; mi avvicinerò agli atei e ai màyàvàdi. Se Tu non vieni a soddisfarmi, allora cercherò da solo il
mio cammino, e non Ti vorrò più”. Se esiste anche la più piccola traccia di
questa attitudine, ci troviamo molto, molto lontani.
Yathà
tathà nà vidadhàtu lampato, mat-pràna-nàthas tu sa eva nàparah. “Non
abbiamo altra alternativa che servirLo”. Cercare significa servire: “Io voglio
essere utilizzato per la Sua causa. Per molto insignificante possa sembrare il
servizio, niente è insignificante nella Sua connessione, anche la più remota
connessione. Lui non ha bisogno di compiacermi, e neppure di offrirmi un
effulgente darsana. Tutto dipende
dalla Sua volontà”.