“Krishna sa che dovrai fare una lotta con la tua mente, contro i tuoi sensi e contro la tua intelligenza, però hai Lui come alleato esattamente come lo ebbero i Pandava. Ciò non vuol dire che non ci fu la battaglia; ci fu eccome! Se ti arrendi a Krishna non significa che non dovrai fare la battaglia, ma significa che la vincerai. Vincerai una grande battaglia.”

B.V.Atulananda Acarya Swami




domenica 17 aprile 2016

"Viaggio di Ritorno a casa", di Srila B.R.Sridhara Maharaja

Risultati immagini per srila bhakti raksaka sridhara maharajaSERMONE DEL GUARDIANO DELLA DEVOZIONE

CAPITOLO 1

VIAGGIO DI RITORNO A CASA

Qualsiasi esperienza del Signore deve venire dal piano superiore fino al piano inferiore. Non dipende da noi; noi possiamo solamente incrementare l’intensità del nostro desiderio, della nostra attitudine di servizio (sevonmukhatà), e la Sua discesa in questo piano dipenderà dal Suo desiderio. Lui è la sostanza trascendentale e si muove in accordo alla Sua dolce volontà. Lui è libero. Possiamo solo incrementare il nostro sincero desiderio per la Sua presenza. Benché il potente e la potenza siano inseparabilmente relazionati, dobbiamo capire che siamo potenza marginale.
Lui si trova ovunque e da nessuna parte; tutto si trova all’interno di Lui e niente è in Lui. Questa è la Sua peculiare e mistica posizione (Bhagavad-gità 9.4,5,6). Per questo motivo, il nostro dovere consiste nel tentare di servirLo. Non daremo molta enfasi nel cercare di “percepirLo” con la mente, il corpo o con l’intelligenza. In qualsiasi momento Lui si può mostrare: “Sì, sono qui”. Tuttavia, anche cercandoLo risolutamente, potremmo non trovarLo. La Sua natura è indipendente. Potremo cercarLo, ma non potremo dire che Lo troveremo.
Aslisya và pàda-ratàm pinastu màm, adarsanam marma-hatàm karotu và, il nostro dovere è consacrarci a Lui al cento per cento, intensamente. Dobbiamo solo servirLo, e questo non implica necessariamente che entreremo in contatto direttamente con Lui. Il servizio a distanza ha valore perché diventa tangibile attraverso il Suo devoto. Cercheremo di servirLo attraverso i Suoi devoti senza aspettarci una ricompensa. Non avremo altro desiderio eccetto servirLo, senza neppure pretendere di vederLo (avere il Suo darsana). Desidereremo unicamente essere utilizzati da Lui. La poca energia che possediamo la utilizzeremo per il Suo beneficio. Siamo la Sua potenza, e dobbiamo provare che Gli apparteniamo.
Mahàprabhu dice: “Lui può abbracciarmi o rifiutarmi, o perfino essermi indifferente. Lui può fare con me ciò che desidera, e non ho altra alternativa che servirLo”. Dobbiamo adottare tale attitudine esclusiva e incondizionata, e non considerare nulla che si opponga a essa. “Se non vuole reciprocare in accordo ai miei desideri, non mi avvicinerò a Lui; mi avvicinerò agli atei e ai màyàvàdi. Se Tu non vieni a soddisfarmi, allora cercherò da solo il mio cammino, e non Ti vorrò più”. Se esiste anche la più piccola traccia di questa attitudine, ci troviamo molto, molto lontani.

Yathà tathà nà vidadhàtu lampato, mat-pràna-nàthas tu sa eva nàparah. “Non abbiamo altra alternativa che servirLo”. Cercare significa servire: “Io voglio essere utilizzato per la Sua causa. Per molto insignificante possa sembrare il servizio, niente è insignificante nella Sua connessione, anche la più remota connessione. Lui non ha bisogno di compiacermi, e neppure di offrirmi un effulgente darsana. Tutto dipende dalla Sua volontà”.