Così, dobbiamo
avere cura di apprezzare la fede genuina. Dobbiamo approssimarci ai devoti che
hanno fede. Loro sono come pilastri della fede. Si dice che l’elettricità possa
fluire ovunque, ma è necessaria una connessione con il generatore. I generatori
possono mostrare il potere dell’elettricità. Similmente, ci sono molti devoti,
nel passato e nel presente, nei quali possiamo trovare vera santità. Essi si
mantengono come pilastri della fede per il loro comportamento ed il loro
esempio. Se ci avviciniamo a Cristo, il suo ideale ed il suo sacrificio stimoleranno
in noi la fede. Se esaminiamo la storia di Prahlàda, potremo capire che grande
devoto lui sia. I nostri cuori traboccheranno: “Qui c’è la fede, qui c’è la
presenza dell’Onnipotente”.
Quando prestiamo
attenzione ai devoti, tramite il loro aiuto ascenderemo ad un livello più
elevato e particolare di fede. Quando rivolgiamo la nostra attenzione verso i
devoti, ci troviamo in una posizione sicura. Loro sono come tanti pilastri che
sostengono e comprovano la presenza del Signore. Ignorando ripetutamente gli
oggetti godibili di questo mondo, essi si ergono con la testa eretta,
dichiarando e comprovando la loro esperienza riguardo l’Essere Supremo.
La fede nei
devoti, nei vaisnava, ci concede
l’aiuto più sostanziale. Tale posizione è fissa e stabile. Colui che ha fede
nei vaisnava ottiene una devozione
tangibile. D’altronde, solamente con una fede astratta nel Signore, senza fede
nei devoti, saremo solamente principianti nella fase di kanistha-adhikàra; questa non è una piattaforma degna di fiducia.
La nostra devozione si avvicinerà ad un livello affidabile quando potremo
trovare devozione verso i devoti e riconoscere la loro importanza. I devoti si
trovano perfino al di sopra degli Sàstra,
le Scritture. Quando la nostra fede nei devoti si svilupperà in modo
tangibile, saremo nella fase intermedia, madhyama-adhikàra.
In questa fase, l’opposizione dei non-devoti potrà, a volte, nascondere il
Signore alla nostra coscienza, come una eclissi.
Questi
impedimenti interni, però, vengono dissolti quando si sviluppa il contatto
diretto con il Supremo. Nella tappa più elevata, uttama-adhikàra, un devoto può avere un indizio dell’Essere Supremo
ovunque ed in ogni momento (yo màm
pasyati sarvatra, Bhagavad-gìtà 6.30; sarva-bhùtesu yah pasyed bhagavad-bhàvam
àtmanah, Srìmad-Bhàgavatam 11.2.45). E’ la Sua volontà; Lui si trova li,
nel Suo lila. Lui può giocare a
nascondino con i Suoi devoti. A volte si rende chiaramente visibile ad essi e
altre volte si nasconde facendoli piangere; “O, dov’è il mio Signore? Non sento
la Tua presenza, non posso vederti. Come potrò mantenermi? Come potrò portare
avanti la mia vita? Senza Te non posso vivere. Sei così attraente, allegro ed
elargitore di una immensa soddisfazione. Non posso vivere senza la Tua
relazione”. I devoti, supplicando, si lamentano e piangono.