“Sebbene
l’intera manifestazione cosmica sia non-differente, il mondo
materiale si differenzia dal mondo spirituale. E’ solo per la
misericordia del Signore Supremo che possiamo capire come agisce la
meravigliosa natura materiale. Brahmà, per esempio, apparve dal
seggio di loto che era cresciuto dall’addome di Garbhodakasayì
Visnu, ma non riusciva a capire che cosa dovesse fare dopo essere
nato. Poichè Brahmà era stato attaccato dai due demoni, Madhu e
Kaitabha, i quali gli avevano rubato la conoscenza vedica, il Signore
li uccise e affidò a Brahmà questa conoscenza. Così il Signore
appare in ogni era tra gli esseri celesti, gli esseri umani, gli
animali, i santi e gli esseri acquatici. Tutte queste manifestazioni
sono destinate a proteggere i devoti e a uccidere i demoni, ma tali
attività di uccidere e proteggere non sono il riflesso di un senso
di parzialità insito nel Signore Supremo. L’anima condizionata è
sempre attratta dall’energia esterna, perciò è soggetta
all’avidità e alla lussuria, e soffre a causa delle condizioni
della natura materiale. La misericordia senza causa del Signore verso
il Suo devoto è l’unico mezzo per uscire dall’esistenza
materiale. Tutti coloro che si impegnano nel glorificare le attività
del Signore sono sempre liberi dalla paura di questo mondo materiale,
mentre coloro che non possono glorificare il Signore in questo modo
sono soggetti a ogni genere di lamento.
Le
persone interessate ad adorare il Signore nel silenzio, in luoghi
solitari, possono rendersi personalmente degni della liberazione, ma
un puro devoto è sempre triste nel vedere la sofferenza degli altri,
perciò, senza preoccuparsi della propria liberazione, s’impegna
costantemente nella predica glorificando il Signore. Proprio per
questa ragione Prahlàda Mahàraja aveva cercato di liberare i suoi
compagni di scuola con la predica e non era mai rimasto in silenzio.
Benché osservare il silenzio, seguire le austerità e le penitenze,
studiare le Scritture Vediche, sottoporsi a cerimonie rituali, vivere
in un luogo solitario e dedicarsi al japa e
alla meditazione trascendentali siano mezzi autorizzati per
raggiungere la liberazione, essi sono destinati ai non-devoti o agli
imbroglioni che vogliono vivere a spese degli altri. Un puro devoto,
invece, libero da tutte queste attività ingannevoli, può vedere il
Signore personalmente.
La
teoria atomica della
composizione della manifestazione cosmica non corrisponde a realtà.
Il Signore è la causa di ogni cosa, perciò Egli è la causa anche
di questa creazione. Dovremmo perciò impegnarci sempre nel servizio
devozionale offrendo i nostri rispettosi omaggi al Signore,
offrendoGli le nostre preghiere, lavorando per Lui, adorandoLo nel
tempio, ricordandoLo sempre e ascoltando costantemente le Sue
attività trascendentali. Senza queste sei forme di attività non si
può raggiungere il servizio devozionale.
Prahlàda
Mahàraja offriva così le sue preghiere al Signore Supremo,
supplicandoLo a ogni passo di concederGli la Sua misericordia. Srì
Nrsimhadeva, Soddisfatto delle preghiere di Prahlàda Mahàraja,
voleva benedirlo concedendogli ogni facilitazione materiale, ma
Prahlàda Mahàraja non si lasciò distrarre da tali facilitazioni e
volle rimanere sempre un servitore del servitore del Signore.”