“Krishna sa che dovrai fare una lotta con la tua mente, contro i tuoi sensi e contro la tua intelligenza, però hai Lui come alleato esattamente come lo ebbero i Pandava. Ciò non vuol dire che non ci fu la battaglia; ci fu eccome! Se ti arrendi a Krishna non significa che non dovrai fare la battaglia, ma significa che la vincerai. Vincerai una grande battaglia.”

B.V.Atulananda Acarya Swami




sabato 19 agosto 2017

"GOSTYANANDI"


Image result for srila prabhupada Introduzione al Capitolo 9, Canto 7, dello Srimad Bhagavatam

 “Sebbene l’intera manifestazione cosmica sia non-differente, il mondo materiale si differenzia dal mondo spirituale. E’ solo per la misericordia del Signore Supremo che possiamo capire come agisce la meravigliosa natura materiale. Brahmà, per esempio, apparve dal seggio di loto che era cresciuto dall’addome di Garbhodakasayì Visnu, ma non riusciva a capire che cosa dovesse fare dopo essere nato. Poichè Brahmà era stato attaccato dai due demoni, Madhu e Kaitabha, i quali gli avevano rubato la conoscenza vedica, il Signore li uccise e affidò a Brahmà questa conoscenza. Così il Signore appare in ogni era tra gli esseri celesti, gli esseri umani, gli animali, i santi e gli esseri acquatici. Tutte queste manifestazioni sono destinate a proteggere i devoti e a uccidere i demoni, ma tali attività di uccidere e proteggere non sono il riflesso di un senso di parzialità insito nel Signore Supremo. L’anima condizionata è sempre attratta dall’energia esterna, perciò è soggetta all’avidità e alla lussuria, e soffre a causa delle condizioni della natura materiale. La misericordia senza causa del Signore verso il Suo devoto è l’unico mezzo per uscire dall’esistenza materiale. Tutti coloro che si impegnano nel glorificare le attività del Signore sono sempre liberi dalla paura di questo mondo materiale, mentre coloro che non possono glorificare il Signore in questo modo sono soggetti a ogni genere di lamento.
Le persone interessate ad adorare il Signore nel silenzio, in luoghi solitari, possono rendersi personalmente degni della liberazione, ma un puro devoto è sempre triste nel vedere la sofferenza degli altri, perciò, senza preoccuparsi della propria liberazione, s’impegna costantemente nella predica glorificando il Signore. Proprio per questa ragione Prahlàda Mahàraja aveva cercato di liberare i suoi compagni di scuola con la predica e non era mai rimasto in silenzio. Benché osservare il silenzio, seguire le austerità e le penitenze, studiare le Scritture Vediche, sottoporsi a cerimonie rituali, vivere in un luogo solitario e dedicarsi al japa e alla meditazione trascendentali siano mezzi autorizzati per raggiungere la liberazione, essi sono destinati ai non-devoti o agli imbroglioni che vogliono vivere a spese degli altri. Un puro devoto, invece, libero da tutte queste attività ingannevoli, può vedere il Signore personalmente.
La teoria atomica della composizione della manifestazione cosmica non corrisponde a realtà. Il Signore è la causa di ogni cosa, perciò Egli è la causa anche di questa creazione. Dovremmo perciò impegnarci sempre nel servizio devozionale offrendo i nostri rispettosi omaggi al Signore, offrendoGli le nostre preghiere, lavorando per Lui, adorandoLo nel tempio, ricordandoLo sempre e ascoltando costantemente le Sue attività trascendentali. Senza queste sei forme di attività non si può raggiungere il servizio devozionale.
Prahlàda Mahàraja offriva così le sue preghiere al Signore Supremo, supplicandoLo a ogni passo di concederGli la Sua misericordia. Srì Nrsimhadeva, Soddisfatto delle preghiere di Prahlàda Mahàraja, voleva benedirlo concedendogli ogni facilitazione materiale, ma Prahlàda Mahàraja non si lasciò distrarre da tali facilitazioni e volle rimanere sempre un servitore del servitore del Signore.”