“Krishna sa che dovrai fare una lotta con la tua mente, contro i tuoi sensi e contro la tua intelligenza, però hai Lui come alleato esattamente come lo ebbero i Pandava. Ciò non vuol dire che non ci fu la battaglia; ci fu eccome! Se ti arrendi a Krishna non significa che non dovrai fare la battaglia, ma significa che la vincerai. Vincerai una grande battaglia.”

B.V.Atulananda Acarya Swami




martedì 5 gennaio 2016

Srila Prabhupada: "Io Non Sono Questo Corpo".


    
Io Non Sono Questo Corpo

Lecture on BG 9.34 -- New York, December 26, 1966

Ci sono sei sintomi che indicano la presenza dell'anima. La crescita è uno dei sintomi più importanti. La crescita. Non appena l'anima lascia il corpo, non ci sono più sintomi di crescita. Se il bambino nasce morto, oh, non si svilupperà più. Così, Kṛiṣhṇa diede questo primo esempio ad Arjuna... "Non pensare che la scintilla spirituale, che si trova all'interno del corpo... È dovuto alla presenza dell'anima che il corpo cresce dall'infanzia alla fanciullezza, dalla fanciullezza alla giovinezza, dalla giovinezza alla vecchiaia." Così, quando questo corpo diventa inutile, impercettibilmente, l'anima abbandona il corpo. Vāsāṁsi jīrṇāni yathā vihāya (BG 2.22). Proprio come quando abbandoniamo un vestito vecchio e ne indossiamo uno nuovo, allo stesso modo, accettiamo un altro corpo. Non accettiamo un altro corpo secondo una nostra scelta. Quella scelta dipende dalla leggi della natura. Voi non potete predire il momento della morte, magari potete immaginarlo. Però, l'individualità e la scelta sono già presenti. Yaṁ yaṁ vāpi smaran loke tyajaty ante kalevaram (BG 8.6). Nel momento della morte, la vostra mentalità, man mano che i vostri pensieri si sviluppano, genererà la prossima nascita in accordo a quella mentalità. L'uomo intelligente, che non è un pazzo, dovrebbe capire di non essere questo corpo. Come prima cosa, deve capire che " Io non sono questo corpo". Successivamente capirà qual è il suo dovere. Come anima spirituale, qual'è il suo dovere? Il suo dovere è quello affermato nella Bhagavad-gita, nell'ultimo verso del nono capitolo, dove dice: "man-manā bhava." Voi state sempre pensando qualcosa; tutti noi, esseri incarnati, pensiamo a qualcosa. Non è possibile rimanere senza pensare, neanche per un momento, questo non è possibile. Quindi, questo è il dovere: Pensate a Kṛiṣhṇa. Pensate a Kṛiṣhṇa. Dovete pensare a qualcosa. Quindi, dov'è il male se pensate a Kṛiṣhṇa? Kṛiṣhṇa svolge così tante attività, presenta tanta letteratura, e tante altre cose. Kṛiṣhṇa è venuto qui. Abbiamo volumi e volumi di libri. Se volete pensare a Kṛiṣhṇa, possiamo fornirvi tanta letteratura che non riuscirete a finirla neanche nell'arco di tutta la vostra vita, anche leggendo 24 ore al giorno. Quindi, pensare a Kṛiṣhṇa è sufficiente. Pensare a Kṛiṣhṇa. man-manā bhava. Oh, io posso pensare a voi. Proprio come una persona che sta servendo il suo capo. Pensa sempre a quel capo. Devo essere presente lì alle 09:00, altrimenti il capo rimarrà insoddisfatto. Egli ha la mente fissa in qualche obiettivo. Per questa ragione Egli dice, bhava mad-bhaktaḥ. "Pensa a me con amore." Quando il maestro, quando il, voglio dire... quando il servitore pensa al padrone, non c'è amore. Egli sta pensando alla sterlina, allo scellino, al penny. "Perché, se alle ore nove non sono presente nel mio ufficio, oh, sono in ritardo, perderò due dollari." Quindi egli sta pensando così, e non al maestro; sta pensando a sterline-scellini-penny. Così questo tipo di pensiero non vi salverà. Perciò Egli dice, bhava mad-bhaktaḥ. "Diventa mio devoto, e pensare a Me sarà piacevole." E che cos'è questa bhakti? mad-bhaktaḥ. Devozionale... Devozione significa servizio. mad-yājī. Offrite qualche servizio al Signore. Proprio come noi, noi siamo sempre qui impegnati. Ogni qualvolta che venite, ci troverete impegnati in qualche dovere. Quindi, noi abbiamo trovato un dovere da compiere. Semplicemente pensare a Krishna.