“Come il fuoco è coperto dal fumo, ogni impresa è offuscata da qualche errore. Tuttavia, o figlio di Kunti, nessuno deve abbandonare l’attività conforme alla propria natura, fosse anche costellata d’imperfezioni.
SPIEGAZIONE
… Questo verso ci offre una bella analogia. Sebbene il fuoco sia puro in sé, è sempre coperto dal fumo. Il fumo, però, non sporca il fuoco, che è considerato il più puro di tutti gli elementi benché produca fumo… Quando in pieno inverno si prende una pietra calda dal fuoco, succede che il fumo brucia gli occhi e il naso, ma si è comunque costretti, nonostante i disagi, a usare il fuoco. Analogamente, nessuno deve abbandonare la propria occupazione naturale col pretesto dei disagi che questa provoca; si deve invece restare determinati a servire il Signore Supremo perseverando nel compito che ci è stato assegnato nell’ambito della coscienza di Krishna. Questa è la perfezione. Se un’attività è compiuta per la soddisfazione del Signore, diventa esente da ogni imperfezione; quando poi, a contatto con il servizio devozionale, i frutti dell’azione sono purificati, si arriva ad avere una perfetta visione del sé, cioè si ottiene la realizzazione spirituale.”
(Bhagavad-gita, 18.48)