Devoto: Puoi spiegare perché Krishna appare in così tanti guru?
Perché
Krishna deve apparire continuamente? Non possiamo imparare ciò di cui abbiamo
bisogno leggendo soltanto la
Bhagavad-gita ? Qual è la necessità di una costante
rivelazione? I libri antichi non contengono in sé tutte le verità che dobbiamo
sapere?
Srila
Sridhara Maharaja: Nello Srimad-Bhagavatam
Krishna dice: “All’inizio ho trasmesso la conoscenza vedica al mondo
attraverso Brahma che la trasmise ai suoi discepoli: i quattro Kumara,
Marici,Angira e gli altri saggi”. La conoscenza fu dapprima trasmessa a loro e poi
riportata nei libri. La conoscenza fu, inizialmente, presentata nella forma di
suono, non di scrittura, infatti, fu impressa con la scrittura gradualmente. In
principio discese direttamente attraverso il suono da un uomo a un altro, dalle
labbra alle orecchie, perché a quel tempo nessun tipo di scrittura era ancora
stata inventata e la conoscenza era contenuta nella forma del suono. Passando dalla bocca all’orecchio e da questa di nuovo a un altro, gradualmente
venne perduta. Messa a contatto con questi tramiti venne persa, deturpata e
distorta, così il Signore sentì di dovere apparire nuovamente in questo mondo (yada
yada hi dharmasya). Krishna discende talvolta di persona e talvolta manda
uomini normali per ristabilire il modello della vera religione. Krishna
afferma: “Questo karma yoga di cui ti ho parlato, Arjuna, l’ho rivelato prima a Surya e da Surya fu trasmesso di generazione in generazione. Divenne,
così, mutilato e deturpato. Oggi, ancora una volta, sto parlando con te di
questo stesso argomento”. Questo mondo distorto erode gradualmente la verità, infatti
essa è brillante la prima volta che appare, ma col tempo, al contatto con
questo piano, diventa debole, distorta e privata della sua moralità, così
Krishna appare di era in era per rinvigorirla ed effettuare la sua rinascita.
Devoto: Esistono delle differenze tra l’acharya e il guru?
Srila
Sridhara Maharaja: Il guru e
l’acharya sono uguali, ma generalmente si può dire che il compito dell’acharya
sia più esteso ed egli stesso deve avere una più vasta conoscenza delle
scritture, mentre il guru non deve espressamente averne una profonda
conoscenza, ma una conoscenza reale del loro significato. Quest’ultimo può non
essere in grado di citare profusamente le scritture, ma ne comprende il
significato: egli può essere un guru. L’acharya, però, è colui
che predica su vasta scala ed è abile nel citare numerose testimonianze
scritturali.