“Krishna sa che dovrai fare una lotta con la tua mente, contro i tuoi sensi e contro la tua intelligenza, però hai Lui come alleato esattamente come lo ebbero i Pandava. Ciò non vuol dire che non ci fu la battaglia; ci fu eccome! Se ti arrendi a Krishna non significa che non dovrai fare la battaglia, ma significa che la vincerai. Vincerai una grande battaglia.”

B.V.Atulananda Acarya Swami




lunedì 18 febbraio 2019

"MISURANDO L'INFINITO" di Srila B.R.Sridhara Deva Gosvami Maharaja

La fede è l’unico strumento affinché il finito possa misurare l’Infinito. Per riconoscere l’Infinito, tutti gli altri metodi sono futili. La fede è la sostanza più estesa dentro di noi. Può coprire una lunga, lunga distanza. Nell’Infinito, che tipo di fede possiamo avere nell’ambito della fede? Temiamo la fede cieca. Tuttavia, nell’Infinito, l’impossibile diventa possibile. Ogni cosa è possibile, ma solo la fede ha la possibilità di metterci in connessione con l’Infinito, mentre tutti gli altri metodi sono inutili.
La fede è l’unico vincolo effettivo. Dobbiamo avvicinarci all'oggetto della nostra ricerca attraverso un piano simile. Possiamo avvicinarci all’Infinito solo con l’aiuto di sraddha. Non possiamo sperare di avere una qualche connessione con il piano più sottile dell’esistenza fondamentale con l’aiuto dell’occhio, della narice o dell’orecchio, e neppure con l’aiuto dell’intelligenza o della ragione. Se vogliamo avere una connessione con il piano più sottile che è alla base di questa creazione, è possibile solamente attraverso la fede {sraddhamayo yam purusah}. Sraddha, la fede, può percorrere una grande distanza. Dobbiamo essere capaci di sentire e concepire che la fede non è meramente immaginaria; possiede una sua posizione tangibile, una posizione molto efficiente dentro di noi. Quando potremo disconnetterci da ogni fase di esperienza sensoriale, potremo vivere solo nella fede. Quando tutta la ricchezza dell’esperienza ci avrà defraudato disilludendoci, la nostra fede ci salverà.
Nel tipo superiore di devozione, non esiste nessun altro desiderio oltre a quello che Krishna o i Suoi associati vengano a salvarci o aiutarci, o che Egli stesso si mostri a noi. Imporre il nostro capriccio su di Lui non è vero servizio. Qualsiasi cosa Egli voglia fare, potrà farla, e qualsiasi cosa possa esserci richiesta, dovremmo considerarci fortunati di avere l’opportunità di fornirla. Eliminati completamente tutti i nostri desideri, dovremmo situare noi stessi a disposizione del Signore Supremo, che non dovrà mai eseguire nessuno dei nostri ordini o esaudire nessuno dei nostri desideri.
Per natura, Krishna è ansioso di somministrare ogni cosa ai Suoi devoti {yoga-ksemam vahamy-aham, Gita 9.22} Ai devoti più elevati, però, non piace che Lui somministri loro qualcosa, o che Lui renda loro servizio. Tale è la purezza della loro devozione. Attraverso la loro fede, pensano: “Lui è il mio Signore. Non voglio avere il Suo darshana semplicemente per soddisfare la mia inferiore facoltà sensoriale di percepire che Lui esiste“. E’ un genere di fede molto basso considerare che solamente se possiamo vederLo, saremo soddisfatti del fatto che Lui esiste. Non abbiamo la capacità di vederLo. Fare di Lui il nostro oggetto, mantenendo noi stessi come soggetto, è un genere molto basso di fede. Però la fede più elevata, la più intensa, prova completamente che Lui è questa meravigliosa causa di tutte le cose, che Lui è presente.