Parlando
del Sesto Canto dello Srimad-Bhagavatam, Prabhupada
si riferì ripetutamente al commento di Sridhara Swami che risale al
dodicesimo secolo.
Sridhara
Swami disse che il canto è sufficiente, anche senza principi
regolatori, per liberare le persone. Come si spiega questa
affermazione, dato che lo stesso Sridhara Swami parla anche di
principi regolatori? L’idea è che il canto del santo nome è così
potente che può immediatamente liberare chi lo canta. Ma poiché noi
siamo inclini a cadere ripetutamente, ecco che sono necessari i
principi regolatori…
“La
mattina, a mezzogiorno e la sera dovremmo sempre cantare il mantra
Hare Krishna con fede e
devozione. Facendo ciò, è possibile evitare un’enorme quantità
di condizioni miserabili di vita col solo canto. Dovremmo quindi
essere molto attenti e pieni di fede. Dovremmo sapere che non appena
ci mettiamo a cantare, Krishna danza sulla nostra lingua. Perciò
dovremmo essere molto attenti e rispettosi”.
Ogni
sera Prabhupada si serviva del commento di Sridhara Swami come testo.
“Sridhara
Swami fa questo esempio: non conoscendo l’esistenza di una medicina
così buona, l’uomo prende migliaia di medicine. Similmente, senza
conoscere il mantra Hare
Krishna, i grandi sostenitori dei principi religiosi si
dedicano a tante e difficili cerimonie religiose. In realtà non ve
n’è bisogno. La cosa più importante, Sridhara Swami lo mette in
rilievo con grande enfasi, è soltanto il canto del mantra
Hare Krishna senza la
comprensione di alcuna cerimonia rituale...”
Il
commentario di Sridhara Swami era pieno di citazioni tratte da
diverse scritture circa il beneficio supremo ottenuto col canto dei
santi nomi di Krishna.
“Poi
Sridhara Swami dice: akila-cestitam. Questo
significa che qualsiasi sforzo teso a celebrare le glorie di Krishna
equivale al canto del santo nome. Quando esci per fare proseliti, per
spingere questo movimento, forse le persone pensano che non stai
cantando. Ma se tu stai parlando al fine di fare un membro a vita,
questo discorso equivale al canto del mantra Hare
Krishna perché è akila-cestitam.
La vita di un individuo deve essere dedicata soltanto al servizio di
Krishna”.