"Durante
la Sua permanenza sulla Terra, il Signore eseguì regolarmente tutti i doveri
religiosi. Era dunque soggetto anche Lui all’obbligo dei diversi riti
prescritti per l’uomo, come sembrano affermare certi teorici? No. Il Signore
non dipende affatto dai frutti dell’azione, buoni o cattivi. Poiché il Signore è assoluto, ogni Suo atto
è per il bene di tutti gli esseri. Quando discende sulla Terra Egli agisce
per proteggere i Suoi devoti e per distruggere gli empi, i non-devoti. Pur
essendo libero da ogni dovere Egli si comporta allora in modo che tutti possano
seguire il Suo esempio; perciò esegue i riti. Questo è il vero modo di insegnare: agire in conformità con i precetti
che si vogliono infondere negli altri; altrimenti, chi li accetterebbe? E’
il Signore ad accordare i frutti dell’azione, ed Egli è perfettamente
sufficiente in Sé stesso, ma non manca di agire secondo le norme delle
Scritture per insegnarci a seguirle. Se il Signore agisse diversamente, l’uomo
comune rischierebbe di essere sviato. Infatti, anche a un livello superiore, là
dove si è in grado di comprendere la natura trascendentale del Signore, è fuori
questione imitarLo in ciò che solo Egli può fare. Venuto tra gli uomini, il
Signore adempie i doveri di un uomo comune, ma talvolta compie imprese
eccezionali, impossibili a qualsiasi uomo. Tutti devono quindi imitarLo quando
offre le Sue preghiere della sera, al calar del giorno, ma non quando solleva
la collina Govardhana o danza con le gopi.
Chi, d’altronde, potrebbe farlo? Chi potrebbe, come il sole, far evaporare
acqua pura dall’immondizia? Così, l’Onnipotente opera in modo da benedire tutti
gli esseri, ma con atti che noi non potremmo imitare senza incorrere in
innumerevoli difficoltà. Perciò si rivela necessario, prima di ogni azione,
consultare la guida esperta del maestro spirituale, che incarna la misericordia
del Signore; così saremo sicuri di rimanere sulla via del progresso".
"Srila Prabhupada, commento al verso 1-10-36 dello Srimad Bhagavatam"