Un giorno, Srìla Bhaktivinoda
Thàkura stava cantando il nome del Signore, e per la sua dolce volontà,
divagava per il cielo. Improvvisamente si rese conto di trovarsi vicino
Yamàlaya, dove il signore della morte Yama mantiene la propria corte con il
compito di giudicare i peccatori di questo mondo. Lì si trovavano anche Brahmà,
Nàrada, Siva e altri che discutevano con Yamaràja il significato dei due sloka enunciati da Srì Krishna nella Bhagavad-gìtà (9.30,31); non riuscivano,
però, a risolvere il problema di discernere il significato appropriato degli sloka.
api cet suduràcàro, bhajate màm
ananya-bhàk
sàdhur eva sa mantavyah, samba
vyavasito hi sah
“Benchè esternamente una persona
possa essere vista commettere molti peccati, se è esclusivamente abbandonata
alla Mia devozione deve essere considerata la più pura e santa. Non importa
cosa faccia, perché verrà presto corretta al cento per cento”
ksipram bhavati dharmàtmà, sasvac
chàntim nigacchati
kaunteya pratijànìhi, na me
bhaktah pranasyati
“Prontamente diventa virtuosa e
ottiene una pace duratura. O figlio di Kuntì!, dichiara audacemente al pubblico
che il Mio devoto non perisce mai!”
Ma la qualità di chi si impegna
nella Sua devozione esclusiva, ananya-bhajana,
è stato definita dalle stesse parole del Signore, sarva-dharmàn parityajya, màm ekam saranam vraja:”Il Mio devoto
esclusivo è quello che abbandona ogni tipo di dovere (sarva-dharmàn) e si arrende ai Miei piedi, accettando solamente i
suoi doveri verso di Me”.
Essendosi arreso al Signore e
superato ogni tipo di obblighi, come può, questo devoto esclusivo (ananya-bhàk), essere visto come un uomo esternamente
retto e pio? ( ksipram bhavati
dharmàtmà). Questa è un’anomalia.
OCCUPARCI
DEL NOSTRO DOVERE VERSO IL CENTRO
Yamaràja, Brahmà, Nàrada, etc.,
discutevano questo punto senza riuscire a trovare la soluzione. Come può
qualcuno che abbandona ogni genere di compromesso, sia corretto che scorretto, con il proposito di
arrendersi esclusivamente ai piedi del Signore Supremo, diventare “virtuoso”
nel futuro?
Non trovando la soluzione, mandarono
a cercare Srìla Bhaktivinoda Thàkura che avevano visto muoversi nel cielo
cantando il Nome del Signore: “Lui è un puro devoto e possiede una profonda
conoscenza delle Scritture; chiediamo a lui di spiegare questi versi della Bhagavad-gìtà.
Così lo invitarono, venne e diede
il significato. Api cet suduràcàro,
bhajate mam ananya-bhàk: Nonostante le sue pratiche esterne, il devoto
esclusivo (ananya-bhàk) è accettato (mantavyah) come un santo al cento per
cento (sàdhu).
Pertanto, la conclusione è che
chi riesce a comprendere questo punto, dichiarando che un devoto esclusivo di
Krishna, senza considerare le sue pratiche esterne, è un santo al cento per
cento, prontamente diventerà dharmàtma,
virtuoso e religioso. Le sue affermazioni e conclusioni sono corrette, e presto
la sua condotta diventerà molto pura, ed avrà anche l’opportunità di seguire il
sentiero che conduce alla Verità Eterna.
“Così, Arjuna, approfitta di
questo e dichiara senza paura al pubblico che il Mio devoto che si è arreso a
Me completamente, non rovinerà mai la propria reputazione. Benché venga
apparentemente visto fare qualcosa di sbagliato, sarà salvato. Il successo
della sua vita è assicurato. Per questa tua dichiarazione, otterrai il
beneficio di diventare virtuoso e avere l’opportunità di ottenere la pace
spirituale eterna. Chiunque lo comprenda e abbia il coraggio di dichiarare che
la reputazione del Mio devoto esclusivo non sarà mai rovinata, a sua volta
otterrà l’opportunità di raggiungere questo sentiero di devozione esclusiva e
ottenere la pace eterna”.
Poiché possiede la considerazione
corretta per la devozione esclusiva, otterrà tutto. Tutto è per il Signore, e
non per qualche altra cosa. L’Assoluto è per Se stesso. Che obbediamo o no alle
leggi dell’interesse separato o provinciale, dobbiamo senza mancanze obbedire
alla regola che tutto è per Lui. Questa è la regola principale, e tutte le
altre sono secondarie. Possiamo impegnarci più o meno nei nostri obblighi, ma
dobbiamo assolutamente impegnarci nel nostro dovere verso il Centro; questo è
il fattore più importante in ogni caso. Così, qualcuno che apprezza e afferma
questo senza paura al pubblico deve avere un apprezzamento sostanziale per
questa concezione, e sicuramente sopravviverà migliorando molto presto la
propria condizione futura. “Lui otterrà il sentiero della pace eterna, cioè il
servizio a Me stesso, Krishna”. Questo è il significato fondamentale.
La qualifica più alta in maniera
assoluta è che ognuno deve essere dedicato al Centro, oltrepassando l’obbedienza
verso qualsiasi altra posizione che possiamo trovare nell’ambiente. Qualcuno
che possa sentire, valorizzare e affermare questo, raggiungerà rapidamente tale
posizione. Il suo cuore può valorizzare, e ciò costituisce una realizzazione
sul sentiero; molto presto sortirà un effetto e il pubblico vedrà: “Oh, anche
lui sta entrando in questo sentiero dell’ananya-bhajana,
l’esclusiva aderenza al richiamo del Centro Assoluto, il quale costituisce il
tutto”.
Dharma significa doveri morali,
includendo i doveri verso il padre, la madre, il paese, la società, l’umanità,
etc. Ma se qualcuno trascura tutto questo e mantiene una relazione diretta
verso di Me, sarà considerato libero da qualsiasi mancanza. Lui si trova nella
linea di sarva-dharmàn parityajaya, màm
ekam saranam vraja. Sta facendo la cosa giusta, e chi può semplicemente
apprezzare questo, molto presto anche lui si trasformerà in qualcuno della
stessa classe. Questo è il significato completo.